Le origini simili, il passaporto comune e la barba incolta
simili a Mourinho gli sono costati il nome pesante di erede dello Special One,
niente meno che “Special Two”. L’uomo, cresciuto sotto gli insegnamenti di
Robson, conosciuto in qualità di semplice vicino di casa, ha passato una
quindicina d’anni al fianco dell’attuale allenatore del Real Madrid, prima a
Barcellona (di cui poi Mourinho diventerà acerrimo nemico), poi al Porto, dove
vincono insieme la seconda Champions League della storia del club,
successivamente al Chelsea, alla corte di Abramovic e infine all’Inter di
Moratti. Proprio durante quest’ultima esperienza, abbandona il proprio mentore
per accettare l’offerta propostagli dall’Académica, ultima in classifica della
Primeira Liga, riuscendo a fine anno a salvare la squadra, posizionandosi
all’undicesimo posto. Questa vetrina gli regala l‘ingaggio da parte del Porto,
con il quale vince tutto il vincibile, marcando le orme proprio di Mourinho.
Alla fine dell’anno scorso sceglie la via della gloria, quella che porta, non
sempre tuttavia, agli dèi dell’Olimpo. Ricercato da mezza Europa (compresa
l’Inter), accoglie la proposta del Chelsea, disposto a pagare la clausola
rescissoria. Sembra la definitiva consacrazione, ma non è che l’inizio di
quella che sembra una fine molto ravvicinata. Con una stagione molto al di
sotto delle aspettative in Premier League, coronata con il momentaneo quinto
posto, eliminato dalla Coppa di Lega, la carriera dell’allenatore portoghese
sulla panchina del Chelsea sembra destinata a finire, a maggior ragione dopo
l’improbabile risultato di ieri sera: una sconfitta per 3-1 al San Paolo contro
il Napoli, maturato sì per merito dei padroni di casa, ma anche, e soprattutto
per l’insufficiente tatticismo adottato dal tecnico. L’ormai scontata
eliminazione dalla Champions League, (a Stamford Bridge sarà comunque difficile
per i Partenopei) fa comparire su Villas Boas il fantasma di Mourinho e
all’orizzonte c’è già chi prevede un arrivo di Benitez (anche lui colpito ai
tempi nerazzurri dagli spettri dello Special One). I tifosi del Chelsea (e
anche dell’Inter) intonano già da settimane il nome dell’ex-allenatore; Villas
Boas continuerà ad essere lo Special Two, o era semplicemente l’illusione di
quella che poteva essere una carriera straordinaria?
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