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sabato 11 febbraio 2012

Il sogno, infranto, del rugby..

Qual è il colmo per degli inglesi? Venire a giocare a Roma, e trovarsi in mezzo alla neve. Così è stata accolta la nazionale inglese di rugby, in un candore romanesco che non si vedeva da tanto tempo, destinata a lottare contro gli azzurri di Brunel tra le mura di uno stadio Olimpico incredibilmente (quasi) pieno, nonostante il “blizzard” che aveva colpito l’Italia durante la mattinata. Saranno stati tutti questi fattori, un po’ fuori dal normale, a regalare ad una nazione intera 49 minuti di pura follia e soprattutto utopia: battere l’Inghilterra non sembrava più così impossibile, dopo che, in svantaggio per 6-0 e orfani di Castrogiovanni uscito per infortunio, gli azzurri ci hanno messo la grinta e il cuore per ribaltare il risultato. Una meta di Venditti, che sfrutta un brutto controllo di Foden permette l’Italia di arrivare a un solo punto di distanza (in quanto Burton non trasforma); sempre lo stesso Foden poi rischia seriamente di compromettere la sua reputazione, quando sbagliando un passaggio a metà campo, regala a Benvenuti il pallone del vantaggio, e del sogno italiano. Il boato dell’Olimpico è qualcosa di incredibile, e la gioia di tutti i pub in cui i tifosi erano riuniti a guardare la partita, vale molto più di qualunque vittoria. Al termine della prima frazione, il tabellone di casa, recita Italia 12, Inghilterra 6. Il sogno continua, ahinoi, solo 9 minuti. L’Italia ormai la conosciamo: cambia l’allenatore, ma la mentalità resta quella di squadra “piccola”, che fatica a mantenere un vantaggio, che in momenti come questi, vale oro. Masi, passando dalle stella alle stalle (eroe contro la Francia l’anno scorso), calcia dai 22 facendosi intercettare il pallone da Hodgson, che ripete la scena della meta realizzata contro la Scozia una settimana fa. Questo è il punto di non ritorno, in quanto in vantaggio ancora di due punti, concediamo troppi spazi regalando ben due punizioni che ci costano uno svantaggio di ben 4 punti, che rendono così obbligatoria la ricerca della meta. All'Italia manca il calciatore che risolva le situazioni complicate, il Wilkinson di turno, per capirci. Dieci minuti che sanno di beffa, di ingiustizia, ma anche di cruda realtà. L’Italia regala emozioni e speranze fino all’80’, quando un errore di Semenzato vanifica tutti gli sforzi dell’ultimo quarto d’ora. Onore ai vincitori, ma soprattutto ai vinti; l’Irlanda è avvisata, questa Italia non ha nulla da perdere.

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