Italia 2, Inghilterra 0. Dopo questa sera la Football
Association si dovrà porre qualche domanda, considerando che dopo la prematura
eliminazione delle due squadre di Manchester, la scoppola presa dall’Arsenal in
casa del Milan, anche il Chelsea, arrivato al San Paolo speranzoso di potersi
riscattare, torna a Londra con un sonoro 3-1, firmato Cavani e Lavezzi. Poco
importa se sulla panchina partenopea sedesse Frustalupi e non Mazzarri,
squalificato: il Napoli ha giocato la partita, se non la più importante una
delle più importanti della sua storia, in maniera esemplare, soffrendo,
regalando un gol al Chelsea, ma mostrando il coraggio e la determinazione di
portare a casa un risultato che va quasi stretto, considerando che lo scarto
poteva essere maggiore.
Le squadre inglesi e gli ottavi di Champions League non
hanno portato bene alle italiane negli ultimi anni, ma la rotta si è invertita
e la partita di oggi ne è la prova. In
attesa di scoprire il risultato di Marsiglia-Inter ci possiamo già sentire con
più di un piede ai quarti di finale, ma guai a dire “cat” (per dirla alla
Trapattoniana), riportando alla mente la storica “remuntada” del Deportivo la Coruña
ai danni del Milan.
Sarà stato l’effetto San Paolo, l’aria di Champions, o
Frustalupi in panchina, fatto sta che il Napoli compie l’ennesima meraviglia
europea grazie al risveglio dal letargo del Matador Cavani e del Pocho Lavezzi.
E pensare che i padroni di casa erano andati in svantaggio a metà del primo
tempo, quando un rimbalzo fasullo inganna Cannavaro, che lascia a Mata tutto il
tempo di segnare la prima rete del match. Purtroppo prima della rete, due
interventi prodigiosi di Cech (di cui uno in spaccata degna di una ballerina),
portiere dato ormai per finito, avevano negato la gioia del gol ai partenopei. Lo
stadio e i giocatori sembrano accusare il colpo, e ammutoliti assaporano quella
che sembra la fine di un’illusione che dura ormai da mesi. Fortunatamente nell’11
titolare è presente un giocatore che meriterebbe di ricevere in eredità il 10
di Maradona. Questo giocatore si chiama Lavezzi, e sta diventando sempre più trascinatore
di questa squadra infinita. Proprio lui decide, dieci minuti dopo il gol
subito, di far suonare la sveglia e dare la carica ai suoi: non aveva mai
segnato in Champions League, e aveva promesso al figlio di farlo proprio questa
sera. E siccome un papà mantiene sempre le promesse, quando gli si presenta
davanti l’occasione il Pocho non sbaglia: tiro da fuori area che si insacca
alle spalle di Cech. Il boato del San Paolo è assordante, ma il bello deve
ancora venire. Dopo aver rischiato di passare di nuovo in svantaggio, proprio
allo scadere della prima frazione di gioco Inler confeziona un cross al bacio
per Cavani, che insaccando il pallone con un pregevolissimo colpo di spalla,
avrà fatto piangere di gioia Mazzarri, rimasto a Castelvolturno. Il Matador va
sotto la curva ad esultare; gli si legge negli occhi l’amore che prova per
tutti quei 50mila tifosi venuti a vederlo, e vorrebbe abbracciarli tutti come
se fossero dei fratelli.
Potremmo già ritenerci soddisfatti di quanto visto, ma il
cronometro ci ricorda che siamo solo a metà. E allora pronti, via, dopo soli
dieci minuti la prima grossa emozione: il Pocho si maledice, quando solo
davanti a Cech, mostra il limite del suo bagaglio tecnico infinito, ovvero il
piede sinistro, che lo condanna a calciare il pallone fuori alla sinistra del
portiere. L’argentino non demorde, e dopo altri dieci minuti decide che deve
offrire una cena a Cavani, che, saltato David Luiz con Cech fuori dai pali, gli
serve un pallone delizioso impossibile da sbagliare. E’ l’apoteosi partenopea,
che potrebbe dilagare con Maggio, il quale però si vede salvare da Ashley Cole sulla
linea un gol praticamente già fatto. Nessuno, o forse pochi, avrebbero
scommesso su questo risultato prima della partita; incredibilmente dopo di
essa, ci va anche stretto. Poco importa, le scosse di terremoto di saranno
sentite lo stesso a Fuorigrotta e dintorni.
Il Chelsea perde, pur non demeritando, restando con due soli
superstiti in campo: Juan Mata, che diventerà sempre più, di quanto già non è,
pilastro di questa squadra, e Didier Drogba, che nonostante l’età, si danna per
90°, purtroppo per lui senza trovare la porta. Il sogno azzurro continua,
accompagnato dalla scena più bella ed emozionante alla quale un tifoso di
calcio potrà assistere: il San Paolo intona per oltre dieci minuti l’inno di
battaglia, ‘O surdato ‘nnamurato, ringraziando i suoi 11 eroi che ogni volta
regalano emozioni indimenticabili.
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