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domenica 19 febbraio 2012

La Juve prende la medicina e torna a vincere: 3-1 al Catania


JUVENTUS-CATANIA 3-1 -  Ma, dopo pochi minuti, Andrea  Pirlo firma il pari (Ap)
Lo Juventus Stadium come un tempio, il cui poter magico semprava poter essere sfatato. L’urlo dei 40mila bianconeri si strozza improvvisamente al 4’ minuto, quando il “Lavezzi mancato”, Barrientos, imita Caracciolo in occasione del gol contro l’Inter, e trafigge Buffon con un tiro a giro. Sembra uno specchio che si rompe, un sogno infranto; lo spettro dei due anni passati è vigile sui milioni di tifosi bianconeri. Izco e compagni si gonfiano d’orgoglio e credono di poter essere i primi della storia ad espugnare il nuovo stadio bianconero, ma la Juve ha nelle sue trafile il “Napoleone Bonaparte”della situazione, il condottiero che illumina il sentiero: Andrea Pirlo, passato da essere scarto del Milan, a faro della Juventus. E’ proprio il bresciano a riaccendere gli animi dei suoi compagni quando al 22’ segna (finalmente) su punizioneil primo gol in bianconero, che tardava ad arrivare.
In avanti Conte aveva schierato Quagliarella e Borriello, bocciando così gli ex-titolari Matri e Vucinic. Il napoletano è apparso in forma strepitosa,forse  leggermente egoista, ma, giocando in maniera molto esuberante, sfiora il colpo del 2-1, colpendo la traversa dai 20 metri. A lui risponde quasi immediatamente Bergessio, che brucia in velocità Bonucci, ma anche lui colpisce la traversa. La Juventus alza il ritmo, ma non riesce ad incidere fino a quando, a metà del secondo tempo,l’ex giocatore Motta diventa per la prima volta decisivo per i bianconeri: stende De Ceglie in maniera tutt’altro che gentile e si becca così il secondo giallo, il che significa Catania in dieci e Juve che ingrana la quinta. Nonostante ciò, per evitare il secondo svantaggio ai bianconeri, ci vuole un provvidenziale miracolo di Buffon, che salva il risultato su Almiron. Tuttavia a partita la cambia ancora Pirlo (che nel frattempo aveva scheggiato la traversa), sfornando un assist per Chiellini, che segna il suo secondo gol in campionato, rivendicando il palo colpito mercoledì a Parma. Come minimo Conte deve fare un elogio a Kosicky, che in occasione del primo gol posiziona malissimo la barriera, e poi esce a vuoto prima del colpo di testa di Chiellini. La partita sempra innestata sui binari giusti per Buffon e compagni, ma manca la ciliegina finale, che confeziona ancora il nemico-amico Kosicky, sbagliando un rinvio, intercettato da Pirlo che serve a Quagliarella, che trafigge il portiere catanese. Nei festeggiamenti intorno alla bandierina interviene Storari, che riesce (involontariamente e contemporaneamente) a dare uno schiaffo a Bonucci, procurare un taglio al naso a Pepe, e a dare una botta in testa all’autore del gol, che prontamente lo allontana. Lo screzio finisce lì, la Juve deve avere in un gruppo granitico la sua forza, e finalmente ha ritrovato il gol, la medicina migliore per qualunque scquadra. Unico neo della serata la prova deludente di Padoin in un improbabile posizione di esterno destro. Tra una settimana c’è lo scontro diretto Milan-Juventus, la partita che vale una stagione. Forse si giocherà con Ibrahimovic, forse si giocherà senza, ma una cosa è certa: la Juve sputerà sangue per portare a casa tre punti, che in Corso Ferraris aspettano da troppo tempo.
 

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