Come ieri, anche oggi metà dello stadio Wembley di Londra si
tinge di blu, mentre l’altra metà di bianco, anziché di rosso. Ieri abbiamo
gustato il “derby dei Beatles”, Liverpool-Everton (terminato 2-1), oggi quello
dei “The Who”, o meglio, una delle tante stracittadine londinesi, Chelsea-Tottenham.
Eventi emozionanti, valevoli per la finale di FA Cup che si terrà sempre a
Wembley, il 5 maggio.
Quella di oggi è una giornata particolare, delicata, in
Inghilterra, poiché ricorre il 23simo anniversario della tragedia
dell’Hillsborough, ma siccome le disgrazie non tardano mai ad arrivare, durante
le due partite giocate oggi (l’altra è Manchester United-Aston Villa, di
Premier League) è stato ricordato Piermario Morosini, tragicamente scomparso
ieri durante Pescara-Livorno, con un commovente minuto di silenzio. Si gioca
nel tempio del calcio inglese, Wembley, là dove i sogni si realizzano oppure si
infrangono. A sfidarsi sono il Chelsea di Di Matteo, che vede presentarsi
all’orizzonte nove giorni in cui si deciderà molto del suo futuro e della
stagione del Chelsea, tra semifinali di FA Cup e di Champions League, contro il
Tottenham, reduce da solamente due vittorie nelle ultime sette partite, che
schiera tra i pali Cudicini, ex-compagno di squadra e di vittorie dell’allenatore
italiano.
Nel primo tempo non accade granché, facendo quasi
rimpiangere la partita di ieri, se non qualche sporadica sgroppata di Bale e
qualche invenzione di Juan Mata. Iniziano decisamente meglio i Blues, che spingono
con Kalou e Ramires, illuminati da Mata, che scaricano a Drogba la
responsabilità di segnare, con la pretesa di ottenere la finale contro il
Liverpool in scioltezza, per poter già pensare al Barcellona. Crea poco
tuttavia la squadra di Di Matteo, sprecando un clamoroso contropiede al 27’ con
Kalou che serve Juan Mata, tagliando tutta la difesa, ma il controllo dello
spagnolo semplifica a Cudicini l’uscita coraggiosa. Quando si sveglia il
Tottenham la musica non cambia, poco fumo e poco arrosto. Lennon ci prova da
fuori, Adebayor manca l’appuntamento col pallone facendo sì che si stampi sul
palo, ma il risultato resta lo stesso, almeno fino a quando al 42’ minuto
Drogba non chiarisce tutti i dubbi riguardo il suo valore e quello di Villas
Boas, che gli preferiva Torres. L’ivoriano è con le spalle alla porta, marcato
da Gallas: un tocco all’indietro per girarsi e un sinistro potentissimo alle spalle di
Cudicini. Si rientra negli spogliatoi con il Chelsea che possiede già mezzo
biglietto della finale.
Dopo soli 4 minuti dalla consueta bevuta del te (forse un
po’ in ritardo rispetto agli standard d’Oltermanica) accade quello che in
Italia tanto amano, ma che Inghilterra non porteranno avanti per dei mesi,
annoiando così le letture monotone dei tifosi: un caso di gol-non gol. Non
servono a nulla due prodigiosi interventi di Cudicini, prima su Mata e poi su
David Luiz, perché dalla mischia, lo stesso spagnolo calcia in porta, senza che
il pallone varchi la linea di porta perché salvato da Assou-Ekotto, ma Atkinson,
titubante, assegna il gol del 2-0 a Mata, scatenando così l’ira degli Spurs. Spurs
che vengono nuovamente penalizzati dopo 7 minuti, poiché nonostante Bale segni
a porta vuota, Cech andava espulso per l’intervento su Adebayor con conseguente
calcio di rigore. Non serve a nulla tuttavia il gol del gallese, perché dopo un
periodo morto di gioco, al 77’ Mata serve Ramires in mezzo all’area, che
d’esterno destro “scucchiaia” il pallone per la terza volta nella rete di
Cudicini. A mettere il punto esclamativo alla superlativa prova dei Blues
(arbitro a parte) e a far prendere la via di casa con almeno 10 minuti
d’anticipo ai tifosi del Tottenham ci pensano Lampard e Malouda, timbrando così
un 5-1 che lascia poco spazio ai dubbi quando si riparlerà di questa partita.
Prima l’inglese segna su punizione da 35 metri, ingannando il portiere italiano
e dedicando come al solito il (gran) gol alla madre scomparsa; poi Malouda,
dopo che Parker aveva scatenato una mezza-rissa, sfrutta al meglio l’ennesimo
assist di razza spagnola e fa scivolare il pallone sotto Cudicini.
I giocatori saranno pure gli stessi, l’allenatore no. Allora
è proprio l’allenatore italiano che ha il merito di questo straordinario finale
di stagione dei Blues? Intanto, Spurs polverizzati, ticket per la finale di FA
Cup in tasca e testa al Barcellona e al destino, col quale si ha un
appuntamento mercoledì sera alle 20:45. Vietato sbagliare.