Non delude, anche sotto la neve (la prima dell’anno), una
Juve sempre più leader della classifica della serie A, battendo 2-1 la
scuola-calcio-spettacolo Udinese. Tutti i tifosi accorsi allo Juventus Stadium
a godersi lo spettacolo avranno pensato di essere stati teletrasportati in un
altro campionato, prendiamo Bundes e Premier a caso, dove, nonostante una neve
incessante dal primo pomeriggio, il manto erboso era in condizioni ottimali per
giocare uno scontro diretto dalla posta morale ben più alta dei soliti “3 punti”.
Assenze da entrambe le parti hanno segnato la partita, che comunque non delude
le aspettative, regalando una partita molto più emozionante della partita
giocata poco più di un mese fa al Friuli di Udine. La Juve, anche stasera in
tenuta rosa (e ci sarà un motivo se la indossano: all’attivo 6 vittorie e 1
pareggio, sempre con l’Udinese), gioca come all’andata schierandosi in modo
speculare all’avversario, ovvero difesa a 3 e centrocampo a 5, con Estigarribia
e Lichsteiner esterni a fare da spola tra fase difensiva e offensiva. Marchisio
e Pepe si accomodano in una panchina non affatto bollente, data la temperatura
della serata, pronti a dare un sostanzioso contributo a partita in corso. Guidolin
risponde schierando Abdi a supporto dell’infinito Totò Di Natale, con Fernandes,
Armero, Isla, Pasquale e Basta a centrocampo.
E pensare che il reparto dove la Juve è più fornita, l’attacco,
aveva cominciato fin dal 2’ minuto a fare cilecca, prima con Estigarribia, poi
con Matri: il primo, bisogna dirlo, purtroppo, si ritrova troppo spesso davanti
al portiere, e a maggior quando si tratta del piede destro che non è il suo, la
porta non la vede proprio; il secondo sembra affondare sempre di più nella fase
in cui ogni controllo è sbagliato per questione di centimetri, soprattutto quando gioca in casa, e la porta
avversaria appare stregata. La maledizione viene cancellata, dopo che Buffon,
più di Handanovic, avevano salvato il risultato con due parate miracolose,
quando Estigarribia mette in mezzo un pallone deviato da Quagliarella, che però
viene intercettato dal portiere sloveno, sulla cui ribattuta arriva come un
falco Matri, che segna il suo ottavo gol stagionale. Non sono numeri da
capogiro per l’attaccante-boa della prima in classifica, considerando che il
suo diretto avversario in questione, Di Natale, ne ha siglati 14. Ormai che la
partita è sbloccata, Guidolin non può più temporeggiare, come aveva fatto nel
primo tempo, e manda in campo Floro Flores, che quando vede Juve, vede bene (in
un Juve-Genoa dell’anno scorso, Floro Flores segnò un gran gol). Non a caso è proprio
l’attaccante napoltano a concretizzare un contropiede da manuale del calcio,
nato da un errore in mezzo al campo, tanto grossolano quanto disastroso, di
Vidal, sancendo così il momentaneo pareggio. Lo Juventus Stadium si
ammutolisce, non proprio a causa del freddo, temendo anche di poter perdere la
prima partita in casa; ma in questi casi il Mago Conte, (<<Non sono mica
Harry Potter, che faccio le magie>>.) tira fuori il coniglio dal cappello
azzeccando l’ennesima sostituzione, dopo quelle di Bergamo. L’allenatore
salentino si inventa Marchisio seconda punta, al posto di un Quagliarella
dinamico ma impreciso sotto porta: passano 30 secondi, e su un pallone
schizzato in aria il centrocampista appena entrato, apparso un po’ sotto-tono
nelle ultime giornate, mette l’esterno destro spedendo la sfera dritta sui
piedi di Matri, che questa volta con un diagonale preciso non perdona, e regala
il diciottesimo sorriso ai tifosi bianconeri (juventini, da sottolineare) da
quando Marotta decise di investire 18 milioni su di lui, proprio un anno fa. E’
questo il gol che regala la vittoria ai bianconeri, e se domani il Cagliari di
Nainggolan, obiettivo della dirigenza di Corso Ferraris, dovesse fare il colpaccio
a San Siro, questa serata dipinta di bianco, potrebbe veramente essere l’inizio
di una fuga, che a Torino, non si vede da troppo tempo.