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mercoledì 18 gennaio 2012

Il solito "Clasico"


“Sono sempre loro, quelli illegali!”; così Riccardo Trevisani esalta il secondo gol blaugrana che sancisce l’ennesima sconfitta di Mourinho nel suo nono “Clasico” sulla panchina madrilena andato in scena questa sera.
Ci sono vari pro e contro per guardare un Clasico: da un lato si assiste al gioco del calcio nella sua essenza più pura, stilistica e agonistica allo stesso tempo, dall’altro si assiste a ciò che di peggio nello sport non c’è: cattiveria, simulazioni e antisportività a mai finire. Quest’andata dei quarti di finale di “Copa del Rey” non si è smentita e ci ha regalato un altro spettacolo al Bernabeu, così come lo era stato il Clasico della Liga un mese fa. Sembrava la serata di Ronaldo, Mourinho e di tutti gli 80mila del Bernabeu scoppiati di gioia al 10’ minuto quando la stella portoghese era riuscita a far passare la palla sotto le gambe di Pinto e segnare il suo secondo gol in carriera contro il Barcellona, ma non lo è stata, in quanto il Barcellona ha reagito come solo il Barcellona sa fare: non reagendo, o per meglio dire, giocarndo come fa sempre, che sia in vantaggio o in svantaggio. E la fatica paga, perché pur avendo un Messi anonimo un mezzo al campo, c’è sempre qualcuno che tira avanti la baracca, e quel qualcuno si chiama Charles Puyol, presente, e presto passato, del Barcellona. Il Capitano catalano riesce a segnare subito dopo l’inizio del secondo tempo con un gol su azione da calcio d’angolo (sì, sembra strano che il Barcellona che trova nelle palle alte il suo punto debole sia riuscito a segnare di testa al Real Madrid che invece ne sfrutta ogni situazione) e erge un muro davanti alla porta difesa dal vice-Valdes, Pinto.
Poi, come ogni fiaba, anche questa merita un lieto fine: quella di Eric Abidal, passato dall’aver sconfitto un tumore, all’aver alzato al cielo la Champions League in una notte memorabile, fino a segnare il gol vittoria contro la partita che vale più di tutte, quella contro i Blancos. Messi illumina, Abidal rifinisce. 2 a 1 per il Barcellona e qualificazione quasi ipotecata. Poco importa se un arbitro (presunto filo-madrilista) evita di espellere prima Pepe che oltre a ad aver simulato per tutta la gara, pesta volontariamente la mano di Messi quando quest’ultimo era a terra, e poi Carvalho che in due occasioni meritava di essere cacciato (prima per fallo da ultimo uomo, graziato con il giallo, poi per aver affossato Adriano, non sanzionato); il Barça va oltre tutto, oltre un’idea di calcio che non si vedeva dai tempi di Cruijff, e andrà a giocare al Camp Nou, molto più tranquillo, del solito Mourinho.

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